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al testo di Giuliana Campisi
A costo di ragliare
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Non bisogna sbagliare la mira quando si dicono parole, che siano aperte o chiuse devono trovare la porta aperta e non un ombrello per ripararsi o resteranno isole senza il loro mare, bottoni sulle giacche senza asole, chiacchiere che non sanno dove andare. Accendero' una luce per vederci meglio e per non scambiare teste con mulini a vento, altrimenti dovrei combatterli anzicche' parlare, e non ho armi adatte tranne matite, penne e tasti da pigiare. Ma se, nonostante tutto, dovessi, ahime', sbagliare io non mi fermero' a costo di ragliare.
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L’Arbalète
- 10/01/2017 22:47:00
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La trovo detta splendidamente, sentenziosa a misura del bene, magistrale, insieme con le altre tue parole. Brava Giuliana Campisi! Non per una singolare poesia, ma per un condivisibile punto di partenza sul fare poesia. Et hony soit qui mal y pense.
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Giuliana Campisi
- 10/01/2017 20:41:00
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Adoro gli asini e credo, o mi piace crederlo, che il loro ragliare sia un grido di protesta, di volersi far sentire ad ogni costo, per quanto spiacevole possa essere il loro verso, non ne hanno contezza e, forse, e cosi dovremmo fare noi, gridare a squaciagola pur di scuotere le coscenze altrui.
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Alberto Becca
- 10/01/2017 06:54:00
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Non è certo piacevole nè gratificante constatare che per tutti (chi piu chi meno) la vita altro non è che un susseguirsi di mire sbagliate, porte che ci si chiudono dinnanzi, parole a vuoto ("al vento", non scoltate, non capite..)lotte contro problemi o persone iraggiungibili e/o invincibili, errori, deviazioni, chiaro scuri... Giorno dopo giorno ci si rende conto che gli umani e inevitabili limitati condizionano pesantemente tutta la nostra esistenza... e ad ogni angolo di strada si affacciano nuovi errori, incomprensioni, ostacoli. La poesia (in particolare questa) è un piccolo-grande rimedio a questo malessere esistenziale, un segreto da tenere custodito, da alimentare, da valorizzare, a volte anche da urlare (senza ragliare..)
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